Massimo Piattelli Palmarini e Jerry Fodor, Gli errori di Darwin, Feltrinelli, 2012.
Recensione di Simonetta Santandrea
Massimo Piattelli Palmarini al Corriere della Sera (estratto): “Quando Jerry Fodor ed io stavamo scrivendo il nostro libro, Gli errori di Darwin (pubblicato in America, ora in uscita da Feltrinelli), sapevamo che avrebbe provocato un vespaio. E infatti sosteniamo che il neodarwinismo, cioè una spiegazione dell’evoluzione del vivente centrata sul processo di selezione naturale, è nettamente superato. Dal momento che questa teoria è ancora considerata dalla maggioranza dei biologi il fulcro di una concezione genuinamente scientifica dell’ evoluzione, non ci stupiamo delle stroncature già ricevute, alcune addirittura velenose e talvolta sguaiate, per esempio quella dell’evoluzionista americano Michael Ruse sul «Boston Globe» e quella del genetista italiano Guido Barbujani sul «Sole 24 Ore». Assai gradite e non attese sono state, invece, le recensioni positive (sul «Guardian», «Sunday Times» e «Scotsman Five Star Reviews») e in Italia (Nicoletta Tiliacos sul «Foglio» e Roberto de Mattei sul «Giornale»). Una civilissima ma anche robusta tirata d’orecchie mi è stata personalmente data da Luigi Luca CavalliSforza («Repubblica»), decano dei genetisti ed evoluzionisti italiani, di cui mi onoro di essere amico da molti anni e che tanti considerano a giusto titolo un maestro. Voglio subito precisare che Fodor ed io riteniamo Darwin uno dei massimi scienziati di ogni tempo, pochi gli stanno a petto per inventiva teorica, scrupolo sperimentale e onestà intellettuale. Però sono successe tante cose nel frattempo, comprese quelle che Cavalli-Sforza, il genetista e filosofo della New York University Massimo Pigliucci (in una sua stroncatura del libro su «Nature») e i filosofi americani Ned Block e Philip Kitcher (in una stroncatura sulla «Boston Review») giustamente citano. Si tratta di processi diversi dalla selezione naturale e da tempo riconosciuti tali, come l’effetto della fluttuazione casuale nelle varianti dei geni, detta «deriva genetica», le mutazioni neutrali, né favorevoli né sfavorevoli, e la selezione naturale limitata dalla densità (quando, cioè, essere in troppi a portare un tratto biologico inizialmente favorevole lo rende sfavorevole). Ma vi è di più veramente ben di più…”.
Il libro di Piattelli Palmarini e Fodor “What Darwin Got Wrong”, uscito negli Stati Uniti in febbraio, ha suscitato un acceso dibattito nel mondo anglosassone e nel nostro Paese, dove la traduzione è in libreria dal 21 aprile per Feltrinelli.
Il «Corriere della Sera» se n’è occupato il 23 marzo a firma Telmo Pievani. Poi «Repubblica», il 29 marzo ha ospitato la posizione dello stesso autore Piattelli Palmarini.
Sullo stesso quotidiano è intervenuto in difesa delle consolidate teorie Darwiniane Luigi Luca Cavalli-Sforza, il 6 aprile, mentre contro Darwin si è schierato Roberto de Mattei sul «Giornale» del 3 aprile.
Una recensione polemica verso gli autori, a firma di Guido Barbujani, è apparsa il 4 aprile sul «Sole 24 Ore».
Da segnalare inoltre un articolo di Andrea Lavazza su «Avvenire» (1°aprile). E gli interventi apparsi sul «Foglio» (30 marzo, 1 e 2 aprile).
All’estero importanti recensioni sono uscite su «Nature», «The Guardian», «The Sunday Times», «Boston Review», «Times Literary Supplement».
Questo a indicare che la discussione, anche polemica, è attuale e forte.
Da un lato, si accusano gli autori di superficialità nella ricerca, tanto che Michael Ruse, uno degli scienziati più noti dell’evoluzionismo, ne ha parlato come di un “libro intensamente irritante” e con “cattivissimi argomenti”.
Dall’altro, ascoltando Fodor potrebbe tornare in mente uno dei motti di Antonio Coutinho, immunologo dell’Institut Pasteur: “i sassi cadono in terra per la forza di gravità, non perché la selezione naturale ha eliminato tutti quelli che tendevano ad ascendere in alto”…
Ai posteri l’ardua sentenza, Manzoni docet.